Adil Harrati nel 2023 ha ucciso l’ex: un caso di cronaca segnato da un tragico epilogo, in una cornice di violenza di genere e stalking.
Adil Harrati è l’autore dell’efferato omicidio dell’ex compagna Rossella Nappini, massacrata con 56 coltellate dall’uomo di origine marocchina. Andiamo ad approfondire la vicenda, soffermandoci sui protagonisti di questo ennesimo e tragico caso di femminicidio.
Chi è Adil Harrati: biografia e carriera
All’epoca del femminicidio della sua ex (settembre 2023), Adil Harrati aveva 45 anni, quindi dovrebbe essere nato nel 1978. Originario del Marocco, si era trasferito in Italia – in posizione irregolare – e viveva a Roma da circa 10 anni. Per mantenersi ha svolto diversi lavori, tra cui l’operaio edile, il manovale ed il venditore ambulante nei mercatini dell’usato. L’uomo ha conosciuto Rossella Nappini mentre svolgeva lavori di ristrutturazione nel palazzo in cui abitava l’infermiera.
Arrivato a Roma intorno al 2013, era irregolare dal 2020. Infatti, si è scoperto che il suo permesso di soggiorno era scaduto, ma viveva “in nero” con lavori saltuari ed affitti non dichiarati. Pagava solo 150 euro al mese di rimborso spese, per condividere un appartamento a Torrevecchia, con due connazionali ed un italiano. Il proprietario di casa lo descriveva come un “inquilino fantasma”. Questo perché pagava puntuale ma non partecipava mai alle cene condivise, preferendo stare solo.
La storia tra Adil Harrati e Rossella Nappini: la dinamica del femminicidio
La coppia aveva avuto una breve relazione – iniziata qualche mese prima dell’omicidio, e tenuta quasi nascosta – dopo che Adil Harrati aveva eseguito dei lavori di tinteggiatura e ristrutturazione nell’appartamento della donna.
Il caso di Rossella Nappini è uno dei tragici episodi di violenza di genere, che ha scosso l’Italia nel 2023, classificato come il 78° femminicidio dell’anno nel Paese. Rossella, all’epoca aveva 52 anni e lavorava come infermiera, presso l’ospedale San Filippo Neri di Roma.
La donna è stata uccisa il 4 settembre 2023 nell’androne del condominio dove viveva con la madre anziana e le due figlie, in via Giuseppe Allievo, nel quartiere Trionfale (o Monte Mario/Primavalle, a seconda delle fonti).
L’aggressione è avvenuta in pieno giorno, intorno alle 17:00. Rossella ha ricevuto dal suo ex, 56 coltellate in varie parti del corpo (testa, torace, addome e arti), inflitte con un coltello da cucina. Secondo l’accusa, Harrati non accettava la fine della relazione e sperava di sposare la Nappini per regolarizzare la sua posizione migratoria in Italia. La vittima aveva inizialmente confidato alla sorella l’idea del matrimonio per aiutarlo con i documenti, ma aveva poi cambiato idea, temendo i precedenti penali dell’uomo ed episodi di stalking, come il vandalismo della sua auto nel 2021, con la scritta “Ti amo tanto”.
Il giorno del delitto, l’aveva contattata per un appuntamento, ma l’aggressione è avvenuta all’uscita di casa, mentre lei si dirigeva ad un bancomat. A scoprire il corpo della vittima, in un lago di sangue, sono stati due studenti che hanno immediatamente allertato i soccorsi.
Nonostante l’intervento rapido della polizia e dei medici, la donna non è sopravvissuta. Le indagini hanno presto portato al suo omicida, identificato in Adil Harrati. La relazione tra Rossella ed il suo ex era terminata da tempo, ma Harrati non accettava la fine.
L’uomo aveva assunto un comportamento da stalker: la tempestava di chiamate, insisteva per incontrarla e la mattina stessa del delitto le aveva chiesto un appuntamento per il pomeriggio. Secondo le indagini, l’uomo sperava di convincerla a sposarlo per ottenere la regolarizzazione del suo permesso di soggiorno, un’ipotesi inizialmente discussa dalla vittima ma poi abbandonata.
Harrati si è ritrovato in manette poche ore dopo l’assassinio, grazie ad una serie di elementi schiaccianti: le immagini delle telecamere di sorveglianza che lo ritraevano sul luogo del delitto; il suo cellulare, collocava la sua posizione esattamente sul luogo del delitto. Inoltre, hanno assunto un peso centrale nella ricostruzione dei fatti la testimonianza della madre di Rossella, che lo aveva visto entrare in casa, e la stessa ammissione parziale dell’uomo durante l’interrogatorio, dopo aver lavato le scarpe insanguinate.
L’uomo è finito in carcere con l’accusa di omicidio volontario con aggravante della premeditazione e crudeltà, contestata dalla Procura di Roma, guidata dal pool sulle violenze di genere. Il processo si è aperto l’8 aprile 2024 davanti alla I Corte d’Assise di Roma, con rito abbreviato. Durante le udienze, Harrati ha sostenuto di aver agito “per passione” e che Rossella gli aveva chiesto lei di sposarlo, ma queste dichiarazioni hanno trovato smentita nelle prove e nelle testimonianze dei familiari.
La sorella di Rossella, Monica, ha descritto l’atteggiamento oppressivo dell’uomo: “La tartassava di chiamate, la voleva incontrare, era insistente”. Il 5 dicembre 2024, i giudici hanno emesso la sentenza: ergastolo per Adil Harrati, dopo aver riconosciuto l’aggravante della crudeltà (per la violenza ed il numero di colpi), ma non quella della premeditazione.
Nel corso del processo si sono costituiti parte civile, i familiari della vittima – i figli, la madre, la sorella – e l’associazione “Insieme a Marianna”, che combatte la violenza sulle donne.
Chi era Rossella Nappini
Nata il 18 gennaio 1971 a Roma, sotto il segno dello Scorpione, Rossella era una donna solare, molto amata da colleghi, pazienti ed amici, nota per il suo sorriso contagioso e per la dedizione al lavoro. Infermiera professionale dal 1993, lavorava da oltre 20 anni al reparto di Medicina d’Urgenza dell’ospedale San Filippo Neri di Roma (presidio del Santo Spirito).
Era coordinatrice infermieristica e molto stimata. Separata dal marito da molti anni, era mamma di due figlie (all’epoca dei fatti una di 19 anni e l’altra di 14). Rossella viveva con loro e con la madre anziana, Giuseppina, in un appartamento nel quartiere Trionfale.
La donna si interessava attivamente del tema della violenza di genere: raccoglieva fondi per centri antiviolenza e ne parlava con sensibilità sul lavoro. In reparto organizzava coffee-break per parlare con le colleghe di stalking e violenza (“Ragazze, denunciate subito, non aspettate”). Inoltre, aveva condiviso sui social la storia di altre vittime (es. Giulia Cecchettin qualche mese dopo sarebbe diventata tristemente famosa).
Dopo il femminicidio di Rossella si sono registrate diverse testimonianze per sensibilizzare contro la violenza sulle donne. Si sono mobilitate diverse associazioni, tra cui “Insieme a Marianna”. L’ospedale San Filippo Neri ha espresso cordoglio e condanna collettiva, sottolineando che “un femminicidio non è mai solo un episodio di cronaca”. Una panchina rossa è stata dedicata a Rossella Nappini in memoria delle vittime di violenza.
Curiosità su Adil Harrati
– Oltre al quadro criminale già noto (stalking, violenza psicologica e l’aggressione con 56 coltellate), sono dettagli meno noti dalla sua vita personale. Ad esempio si è scoperto che era tifoso accanito del calcio. Una passione che riguardava soprattutto del Marocco e delle squadre locali.
– Sul suo profilo Facebook (divenuto in seguito inattivo) postava regolarmente foto e video di partite, inclusi momenti della Coppa d’Africa e highlights della Serie A italiana.
– Nel suo curriculum criminale spiccava un precedente per rapina, datato intorno al 2018-2019, commessa apparentemente in un supermercato romano. Qui avrebbe minacciato un cassiere per del denaro. Un episodio che non ha ricevuto una condanna, ma che ha contribuito alla sua fama di “tipo irascibile” tra vicini e colleghi.
– Un ex datore di lavoro edile lo ha definito “un orso”: bravo nel mestiere, ma con scoppi d’ira improvvisi, soprattutto se contraddetto.
– Harrati raccontava agli amici di aver investito circa 2.000 euro in regali e cene per Rossella durante la relazione. Dopo la rottura (primavera 2023), insisteva per riavere quei soldi, scrivendole messaggi come “Prima spendi per amore, poi lo rivuoi?”. Questo dettaglio è emerso in aula, per via della testimonianza dalla sorella di Rossella, che ha descritto come lui la bombardasse di richieste economiche miste a suppliche romantiche.
– Dopo la fine della relazione con Rossella, Harrati si era rifugiato nella preghiera. I suoi coinquilini lo vedevano passare ore in ginocchio recitando versetti del Corano, isolandosi completamente. Il padrone di casa lo ha testimoniato in Procura: “Pregava Allah tutto il giorno, come se cercasse perdono o vendetta”. Questo aspetto ha alimentato speculazioni sul suo stato mentale, ma i periti lo hanno descritto come lucido e manipolativo, non come un devoto estremo.
– La storia di Rossella Nappini e del suo femminicidio ha trovato spazio anche nel contesto televisivo, come documentato dalla sua trattazione nella puntata del 2 dicembre 2025 di “Amore criminale“, trasmissione di Rai 3 condotta da Veronica Pivetti.